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Tito dorme poco, ha spesso incubi ricorrenti; appena sveglio al mattino accende una sigaretta di trinciato e, aspirando, formula pensieri tanto intrisi di imprecazioni, quanta è la rabbia che porta dentro, con i quali mischia piacevoli ricordi. È scontroso con la sua ragazza; con la madre, sempre impegnata con il lavoro, dialoga per insulti; il padre sembra non esistere se non come costante figura che contribuisce ad acuire il suo astio verso il mondo. Un tempo della storia racconta una giornata di fine estate, in realtà i costanti, tristi pensieri di Tito, lo riportano a quel periodo, l'altro tempo della storia, che ha segnato la sua vita per sempre. In un intreccio di vari archi temporali, si snodano le diverse ma interdipendenti storie di Tito e dei suoi amici. Una cittadina di provincia del sud Italia, apparentemente tranquilla e votata alla religione, cela vicende che segneranno il futuro di Tito, Giorgio, Paco e Marco, legati dalla stessa forte passione per la musica ma anche dall'appetito per le droghe ed egualmente accomunati da profonde ferite interiori, che per diverse ragioni hanno permeato le loro vite. Il malaffare, la droga, il sesso, la disgregazione familiare, insieme all'amicizia e all'amore si intersecano alternando a situazioni divertenti, altre commoventi; all'azione, la riflessione profonda; a stati confusionali, momenti di lucido e triste ricordo. Il tutto calato in un contesto reale.
