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Nell'estate del 2002, sei alpinisti svizzeri e uno italiano tentano la salita della cresta nord-est del Gasherbrum IV, con l'intento di ricalcare le orme della spedizione italiana che nel 1958 portò Walter Bonatti e Carlo Mauri a salire per primi quella vetta di 7929 metri. Nel massiccio montuoso dominato dal K2 e, dopo l'11 settembre 2001, disertato dagli alpinisti, il gruppo vive il controsenso dì un'avventura progettata nel posto sbagliato nel momento meno opportuno, proprio quando il conflitto tra India e Pakistan, che si sta trascinando da molti anni, è giunto sull'orlo di una guerra nucleare. Le pessime condizioni meteorologiche impediscono il raggiungimento della meta; ma la complessa avventura offre lo spunto all'autore per riflettere sull'assurdità della guerra e sulle motivazioni di chi si recava in Himalaya mezzo secolo fa, confrontate con quella di chi vi torna oggi mentre le nuove guerre, il terrorismo e la minaccia di uno scontro di civiltà sembrerebbero più che mai scoraggiare le "conquiste dell'inutile". L'autore non ci racconta solo l'esperienza di camminare sulle orme di Bonatti, Cassin e Mauri, ma ci permette anche di conoscere una realtà assurda, quella di una guerra per il solo possesso di umili chilometri di ghiacciaio e di morena.