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Le stanze posseggono la luce soffusa dei timori e al contempo sono culla, sono accoglienza per ogni dopo. Nelle stanze del nord si offuscano i toni; voluttà del non colore dove il tema del dolore sembra concedersi spazio e vita da esaudire. Eppure in questo vivere appartato tutto è contenuto in una dimensione di comunanza. L'io poetico si nutre di questo pascolo domestico con venerazione, ama le infinite minuzie e le vastità ariose che da lì si prospettano, è un ascolto continuo, inesauribile che attraversa i giorni e le notti, inscindibile dal respiro.