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Dopo l'apparente battuta d'arresto che alla figura del danno esistenziale, come posta risarcitoria a sé rispetto alle altre voci di pregiudizio non patrimoniale, pareva esser stata inferta dalle pronunce cc.dd. di San Martino, in questi ultimi anni la stessa Suprema Corte, seguendo un percorso non sempre lineare, è giunta ad affermare l'autonomia del danno esistenziale rispetto alle altre sub-voci di pregiudizio non patrimoniale. Alla luce della recente evoluzione giurisprudenziale in materia, si assiste ad un definitivo rilancio del danno esistenziale. L'indicazione emersa, nell'ultimo lustro e poco più, dalle più recenti sentenze di legittimità e di merito, è nel senso di evitare, non solo duplicazioni risarcitorie, ma anche vuoti di tutela. Il trend è verso la sempre maggiore "personalizzazione" della responsabilità civile e l'avanzata dei nuovi danni nei più diversi aspetti della vita quotidiana, che, al di là di questioni più terminologiche che sostanziali, meritano e sempre più trovano riconoscimento nelle aule di giustizia.