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La "Bhagavad Gita" è parte del "Mahabharata", uno dei più lunghi racconti epici dell'antica India e fu in origine redatto in lingua sanscrita, da un saggio di nome Vyas. È la storia di due diverse stirpi di cugini paterni: da un lato, ci sono i cinque figli di Re Pandu; dall'altro, i cento figli del fratello di Pandu, il re cieco Dhritarashtra. Krishna, un antico illuminato e Maestro spirituale, considerato dagli hindu un avatar del dio Vishnu, gioca un ruolo centrale nel "Mahabharata" e nella "Bhagavad Gita". La "Gita" consiste in un dialogo tra Krishna e Arjuna, uno dei figli di Re Pandu. Questo dialogo si svolge sul campo di battaglia del Kurukshetra, dove le due stirpi si affrontano e stanno per dare inizio a una battaglia. Krishna, amico e mentore di Arjuna, è anche il suo auriga nella battaglia del Kurukshetra. Nella "Bhagavad Gita", Krishna dispensa i suoi insegnamenti e la sua saggezza ad Arjuna, aiutandolo a comprendere la propria dimensione interiore e la propria mente attraverso una serie di intuizioni psicologiche di incomparabile profondità. Su questo famoso dialogo sono stati scritti, e ancora oggi vengono scritti, numerosi commentari, ma tutti i commentari precedenti si basano per la maggior parte sul pensiero tradizionale hindu e sui concetti morali dell'induismo. Osho, un Maestro che non appartiene a nessuna tradizione o religione, fa chiarezza in modo nuovo sulla "Bhagavad Gita".