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È una storia drammatica che ha inizio alla fine degli Anni Venti, narrata con l'amarezza, le speranze, il dolore per i lunghi anni trascorsi tra orfanotrofi, famiglie e una strana madre. Una storia che ha molto da insegnare, anche se i tempi sono cambiati. In quegli anni il voluto aborto era raro e materia per donne senza scrupoli che lo praticavano con gravi pericoli, o materia per cliniche di lusso per ricchi. Gli " Istituti per i figli Esposti" soccorrevano d'urgenza il neonato che giungeva attraverso la "ruota" o consegnato in forma anonima alle suore che accoglievano queste creature in attesa poi di consegnarle a coppie che ambivano ad avere un figlio perché impossibilitati ad averli o a famiglie anche con numerosi figli e, attraverso questa adozione (affidamento), ricevevano un contributo dallo Stato che serviva a dare "da mangiare" ai loro figli naturali. Il dramma sorgeva quando la vera mamma a distanza di anni si faceva viva per reclamare la loro figlia o il loro figlio e, per legge, ne aveva diritto.