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La scienza ha impiegato circa mezzo millennio per scoprire la più poetica delle verità: il tempo non esiste. Possiamo vivere ciascun singolo istante come se fosse eterno. Inconsapevoli dei confini della dimensione spaziotemporale che ci avvolge, viviamo storditi da un incessante e vacuo inseguimento delle illusioni. C'è però una condizione alternativa, una forma d'innalzamento statico dal dominio di un tempo ingannevole. E forse è proprio ciò che resta della poesia, intesa come capacità di fermarsi, assaporare il sensibile tepore dell'ascolto reciproco, spingersi nella ricerca di una parola libera dalla schiavitù del significato.