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Githo Ballit è un uomo semplice: tutte le mattine compie gli stessi gesti, si alza e va a lavorare in una fabbrica di lacci da scarpe. Un giorno al suo risveglio scopre un bozzo, una misteriosa protuberanza spuntatagli sulla testa a sua insaputa. Questo bozzo è Meloe, una vera e propria testa pensante, comparsa alle sue spalle, che ha voglia nientemeno che di diventare Dio. "Voglio diventare Dio. Dio è conoscenza illimitata." I due imparano a convivere e comunicano senza parlare, scambiandosi i pensieri. Ma quando Meloe e la sua volontà sembrano prendere il controllo di Githo, egli comprende che dovrà lottare contro questa nuova parte di se stesso. Montesi, famoso per le sue posizioni radicali contro la chiesa, si regala una divagazione letteraria, scrivendo un racconto lungo che omaggia con sapienza sia il genio di Kafka che lo stile di Bulgakov.