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Italo Zetti ha svolto la massima parte della propria attività artistica come xilografo; e come xilografo è soprattutto noto e ammirato. Ma in cuore gli urgevano i colori. Tra le molte sfide che l'incisore deve affrontare, formidabile è quella di dover annullare tutti i colori del mondo o, meglio, trascenderli nelle sfumature d'uno solo, evocarli nelle mute modulazioni della luce. Chi conosca l'opera di Zetti sa con quanta sapienza l'artista sia riuscito, con questa orgogliosa povertà, a conseguire risultati altissimi. Ma a Sestri Levante tutto cambia. I colori esplodono, capiscono di poter essere protagonisti del vero; e Zetti si diverte: di volta in volta li lascia liberi di sfogare la loro vitalità: si fa trasportare e ne segue, curioso, le evoluzioni e i capricci; o li costringe in strutture e geometrie nelle quali peraltro si contengono a stento. Zetti ha abitato di fronte all'Isola di Sestri: a ogni ora del tempo il suo sguardo ha incontrato la sfida - no: la provocazione - che la sfuggente meraviglia di questo scoglio di curve femminee costituisce; e in due anni, fra 1973 e il '75, dedica alla sfida 17 stupefacenti acquerelli; e poi si dedica ai sassi, all'acqua, a tutti gli elementi. L'allegra partita che Italo Zetti gioca con il segreto dell'Isola ricorda alla lontana la feroce scommessa di Claude Monet con la cattedrale di Rouen; ma la ricerca di Zetti non ha nulla di tormentoso; al contrario, è un'avventura intellettuale e artistica profonda.