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Una grande commedia del senso, fisico e affettivo, dell'altro. Del corpo dell'altro. Verrebbe quasi da chiamarla tragedia, vista la intensità e l'aura di fatalità con cui il nuovo poeta Babini, fedele a una idea radicale di scrittura, affronta questo vero "scandalo" della nostra epoca: il corpo dell'altro. L'uomo monade, l'uomo solo, sognato da filosofi e legislatori è una farsa, un pupazzo grottesco, non c'è io senza dire tu. Perciò questo libro, scarno, duro, tragedia non è. Qui vanno in scena in un panorama d'esilio, come nelle stanze nude di un amore e in trasfigurati luoghi natali, i movimenti primari, stupefatti e scabri, di chi scopre la santa ricchezza della presenza dell'altro, la sua corporale, fragile istanza. E insieme il dolce e pure violento invito a essere noi stessi, a conoscere anche i fantasmi che ci abitano. (Davide Rondoni).