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Alessandro Fortis è stato il forlivese che nell'Italia postunitaria ha raggiunto le vette più alte della politica nazionale, fino al seggio di Presidente del consiglio. Ricostruire la sua ascesa fino al 1890, anno in cui la sua base di consenso in città, fino a quel momento saldissima, cominciò a vacillare, significa ripercorrere le tappe di un'azione politica che, partendo dalle basi ideologiche del municipalismo repubblicano di Aurelio Saffi, era degenerata in un consociativismo privo di gran parte della sua iniziale carica ideale. Era un sistema che alla lunga non resse, ma che per molti anni fece di Fortis il signore incontrastato di Forlì e il garante, presso il governo, dell'inquieta Romagna.