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Duecento anni fa, nella profonda provincia italiana, a Macerata quasi cento cittadini decisero la grande impresa: costruire lo sferisterio più bello d'Italia. Non solo un luogo destinato al gioco della palla a bracciale, ma un tempio laico dove esercitare una cittadinanza attiva. I Cento Consorti, molti dei quali erano progressisti, liberali e carbonari, rappresentavano un Ottocento generoso, pieno di grandi passioni, ideali e spirito di gruppo. Il genio dell'architetto Ireneo Aleandri, allora solo ventottenne, realizzava il monumento secondo l'estetica neoclassica, nella persuasione che la bellezza potesse salvare il mondo da violenza e ignoranza. Il risultato è una microstoria appassionante che attraversa due secoli della storia d'Italia. Una storia estremamente attuale perché è la ricerca non di un bene appannaggio di privilegiati ma di un bene comune, esempio di una civiltà progressista di cui fare memoria per rinnovare lo spirito d'impresa e la passione civica.