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Patrizia Galli Zhang racconta una microstoria che porta con sé tutto il respiro della Cina. Parla di un viaggio di tre giorni, fatto insieme al marito Zhang Dali e alle figlie, per andare con tutta la famiglia a porre una lapide sulla tomba del nonno, al villaggio della Montagna Cuore di Bue. Una storia in cui ogni gesto, ogni nome, assume un forte spessore simbolico. È un mondo in cui i nomi contengono l'essenza della persona e annunciano forza, coraggio, dolcezza, dove le terre dei vivi e dei morti sono legate dal culto degli antenati e le tombe sono modelli in miniatura dell'ordine dell'universo. Su tutto regna lo jiang jiu, la regola che dà armonia, nonostante la frenesia delle moderne città. In questo viaggio "passato e presente risultano intrecciati da mille fili e la storia della famiglia appare come solo uno di questi fili che, aggrovigliati, fanno la storia di questa nazione multietnica, multiculturale, complessa e straordinaria". In post-fazione il bel Discorso di Judith T. Zeitlin, docente di letteratura cinese a Chicago, accompagna il lettore fin dentro la Cina.