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"La poesia di Luna Miguel ha una corporalità esagerata e affascinante. Brutale, ma dotata di una strana magia come se quel corpo fosse un corpo da fiaba. Da scompaginare, come un oggetto rimodellabile, fruibile, temporaneo. [...] Parla sempre del mondo ma lo fa nel ventriloquismo di un corpo trafitto, malato o segnato, comunque pieno di tormento e sensibilità acuta. Il corpo stesso è un intero che si è disgregato, è un mondo collassato. Parla sempre del mondo, dicevo, e parla solo di sé. Diceva la Plath nei suoi diari: 'In questo istante, sulla terra non c'è nessuno all'infuori di me'". (Dalla prefazione di Viola Di Grado)