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Quando nel febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul Figaro il "Manifesto del Futurismo", è come se scoppiasse una bomba nel mondo culturale italiano. È un mezzo matto, si dice di lui; un astuto ambizioso, secondo altri; "cretino fosforescente", lo definisce Gabriele D'Annunzio. Eppure nel giro di pochi anni il futurismo si imporrà come una delle correnti artistiche maggiormente in grado, nel bene e nel male, di interpretare e influenzare un'epoca, riuscendo anche ad anticipare molte caratteristiche dei mezzi di comunicazione odierni. In questo volume sono raccolti alcuni tra i maggiori scritti di Marinetti sui princìpi del futurismo: dal classico "Manifesto" al celebre "Contro Venezia passatista", dalla teoria letteraria del "Manifesto tecnico della letteratura futurista" alle enunciazioni politiche di "Democrazia Futurista". Un'occasione in più per riflettere sul clima culturale che ha prodotto alcune delle pagine più significative e drammatiche della storia d'Italia.