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Continua la lotta senza sosta di Adina nel curare sua figlia Miriam da sola, priva di un aiuto medico visto che l'autrice non sarà compresa neanche da coloro che le stanno più vicino. È un po' come la storia di Geremia nella Bibbia. Miriam sarà colpita da una gravissima occlusione intestinale che la farà regredire molto motoriamente ma contemporaneamente un'immensa forza si scatenerà in Adina come un uragano. Sarà una grandissima prova dell'Altissimo verso l'autrice. Ma mentre Adina saprà che si tratterà di una prova da accettare, le persone che le stanno accanto guarderanno Miriam con occhi di chi non è credente. Sua figlia come tanti altri disabili non ha il diritto a una carrozzina, ma a camminare con l'aiuto di una persona: la mamma. Il titolo dell'opera prende spunto anche da una raccolta di poesie che si trova all'interno. Adina sarà colpita da una frase dettata da povertà di cuore e da ignoranza: "Miriam è poveretta". Nella silloge poetica la poetessa mette a nudo il suo forte senso di solitudine che approda nella speranza che diventa certezza di essere insieme a sua figlia sempre confortate da Cristo. Dopo la raccolta di poesie segue un breve, ma toccante, racconto.