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1957 Vittorio Mantovani da Viterbo si è trasferito a Roma dove è assunto nella Polizia di Stato. Per una serie di fortunate coincidenze il giovane scopre il mondo del cinema negli anni di massimo fulgore. Arguto e sensibile, conosce Alfredo Giannetti e Pietro Germi alla vigilia della lavorazione del loro film Un maledetto imbroglio. A Roma fervono i preparativi per accogliere i giochi Olimpici del '60. Sono anni frenetici che cambieranno il volto, oltre a quello del nostro protagonista, delle persone e della società tutta. Piccoli personaggi, come i caratteristi dei film di quegli anni, animano sin dalle prime pagine il racconto, ma sono soprattutto le figure femminili che aiuteranno a mettere a fuoco la sensibilità di Vittorio. Nel passaggio da Viterbo (allora paesino di provincia) alla Roma "che se uno ci pensa è la capitale d'Italia" (parole del personaggio) Vittorio extra comunitario ante-litteram rende credibile con il suo poetico stupore la fusion tra i fatti e molti personaggi famosi realmente esistiti con quelli create totalmente dalla fantasia dell'autore.