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Gli ultimi, coloro che vivono in eterne periferie, dell'anima e dello spazio, ai margini della storia; quelli di cui ci si ricorda solo attraverso statistiche e numeri. Sono loro i protagonisti di Censimento degli invisibili, un duplice e coraggioso viaggio, reale e immaginario, che Cavoni fa snodare lungo due distinti versanti narrativi; da una parte gli invisibili che affiorano dalla realtà, fino a farsi cronaca: malati, migranti, vittime di guerre e regimi; dall'altra il simbolo di un altro viaggio che rispecchia la ricerca di senso di ogni persona. Solo la poesia può predisporsi a un censimento di tutto ciò, cose e persone, che pur viaggiandoci accanto sembrano invisibili. Figure e storie che entrano tutte in un gigantesco museo dell'inquietudine. La seconda sezione "Ulisse all'idroscalo" si pone infatti come il diario personale di un viaggio che partendo dal cuore dell'Europa, arriva alle radici universali dell'umano. Il calvario di Ulisse è quello di ognuno di noi. "Arriva la fine della poesia / senza aver aperto il pacco delle promesse / in cui non c'era un biglietto per l'infinito / in prima classe, ma solo un semplice giro / intorno al perdono, dietro casa".