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2027. Jean Blaise vive a Gebal, gigantesca città-stato italofrancese. Deve ancora compiere quarant'anni ed è già a capo della Stampa mondiale. E l'illustre direttore dell'Aphosrei Newspaper, unica corporation della Terra a diffondere l'Informazione. Una mattina di gennaio, Jean Blaise incontra Giona Quetzal, uno scienziato proveniente da un mondo sconosciuto e oscuro: Marte colonizzata, ormai indipendente dalla madrepatria. La notizia che Giona Quetzal reca con sé è la seguente: i potenti di entrambi i pianeti vogliono sacrificare l'umanità. Jean Blaise non ci crede, ma la rivelazione dello scienziato, seppur falsa, lo conduce inevitabilmente verso una rivelazione divina sull'ordine del mondo e sulla natura terrificante del Potere. "Il dio osceno" fa risuonare il richiamo dell'epica antica e nello stesso tempo ha il sapore profetico di un salmo: la commistione di generi, ritmi narrativi e stili arricchisce la trama e valorizza il senso dell'inaspettato, in un'azione incalzante e intensa. La riflessione filosofico-culturale che attraversa la vicenda, insieme all'indagine dei moti dell'anima del protagonista, declinano in infinite varianti l'ambivalenza della natura umana, rispecchiata e ripetuta nell'ambiguità divina.