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Gino Saglieri è il figlio diciottenne di un magistrato con la schiena dritta che nel 1939, alla vigilia dell'ingresso italiano nel secondo conflitto mondiale, scopre affari poco limpidi del cognato e soprattutto la soffocante presenza della mafia in un piccolo paese siciliano. Il magistrato decide di raccontare tutto ai Carabinieri, ma la notte precedente, uno scoppio fa crollare il palazzo in cui viveva l'intera famiglia riunita per il Natale. Muoiono tutti, tranne il giovane Gino che il Procuratore inquirente, amico del padre, decide di far scomparire almeno fino a quando non si comprenderà la vera causa dell'esplosione. Il Procuratore scopre che si è trattato di una strage mafiosa, e non di una tragica fatalità e, per tutelare il ragazzo cancella definitivamente la sua identità. Gino Saglieri non esiste più, per tutti è morto insieme alla sua famiglia. Comincia l'inchiesta, ma da Roma arriva l'ordine, perentorio di mettere tutto a tacere: in quel momento difficile, il regime fascista non vuol sentir parlare di stragi di mafia. Tutto viene insabbiato.