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Con mano ferma e con una straordinaria capacità di raccontare, l'autrice di questo romanzo ci coinvolge, muovendo i fili dei suoi personaggi, come il puparo muove i fili delle sue marionette, in un caleidoscopio di specchi che talvolta diventano deformanti, a rappresentare metaforicamente le deformazioni cui andiamo incontro, come dice Pirandello, costretti ad assumere la forma che i nostri interlocutori ci impongono. Accade pure che gli specchi diventino, ad un certo punto, parte viva della narrazione...