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Mirabella Imbaccari è un paesino dell'entroterra siciliano a pochi chilometri da Caltagirone, patria di don Sturzo. Da qui prende le mosse il percorso pubblico di Romano Bellissima, che oggi torna sui suoi passi e racconta la vita, i pensieri, i sogni, i costumi di quel paesino in cui è cresciuto. È il racconto di contrade apparentemente lontane e marginali. Eppure a modo loro cruciali. Perché è proprio da quelle immense periferie che negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso comincia a prendere forma la democrazia del nostro paese. Sono gli anni che annunciano il miracolo economico e che cominciano, assai faticosamente, a disegnare equilibri sociali meno ingiusti di quelli che avevamo ereditato dai nostri padri. In quegli anni Romano Bellissima è un giovane di belle speranze, animato da un forte ardore civile. Vuole giustizia, vuole novità. E vuole aiutare un processo di cambiamento che serva a rovesciare equilibri secolari che avevano in sé una radice di iniquità. Comincia da "democristiano" e poi nel tempo decide di dedicarsi al lavoro della rappresentanza sindacale sotto le bandiere della Uil.