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Miti, leggende, incubi popolari di un'antica cultura, rivelatori forse di una cattiva coscienza, di un oscuro senso di colpa maggiore proprio nei personaggi più riflessivi e più dotati di conoscenza. Vero protagonista di questi diciassette racconti lucani, ambientati, per la gran parte, nelle montane terre della Basilicata meridionale, oltre che la descrizione del tenero e possente paesaggio lucano, è il rapporto tra la natura e l'uomo. Uomo arcaico, riaffiorato dalle spoglie dell'uomo borghese, nella sua insanabile spaccatura con una natura primordiale che manifesta, a volte, una quasi volontà di terribile vendetta. Nell'oscillare tra il senso della propria solitudine e il sentimento panico di una profonda appartenenza al quale partecipano tutti gli esseri viventi, l'uomo di Lykos si ritrova e insieme si perde. E il suo destino si compie proprio mentre crede di aver colto, nell'incontro con la natura, quella profonda visione unitaria delle cose che Wittgenstein chiamava "rappresentazione perspicua" della realtà. E da questo incontro nasce tutto il dipanarsi delle storie narrate.