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Da un'angolazione che coniuga marginalità ed esemplarità, vengono qui proposte: una presentazione d'insieme dei racconti brevi dell'autore, una lettura ravvicinata, condotta anche alla luce degli avantesti, di una novella emblematica (Le canotier, redatta nel 1939 e pubblicata postuma) e una riflessione che, a partire dalle rappresentazioni del leggere e dello scrivere, mette in rilievo la dimensione metaletteraria dell'opera di Emmanuel Bove (Parigi, 1898-1945). Autore radicalmente minore, dimenticato e riscoperto, autore di nicchia e di culto - da Colette e Rilke a Beckett e Handke -, Bove è uno scrittore che ha scelto, sotto tono i suoi toni del grigio, di restituire il dettaglio in tutta la sua insignificanza e di narrare l'impasse e l'inazione, dicendo la mediocrità del vivere e la sua sommessa, chiaroscurale poesia. Storie senza storia, racconti per omissione e defezioni narrative: quasi come non detto.