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"Tante parole per "niente". Già. Perché, a dispetto del titolo (i siciliani si divertono a stupire, con le contraddizioni), quel "niente" è fitto di gesti, emozioni, rabbia, rimpianti, cibo, assessori, burocrati, letterati, parroci, buttane, giornalisti e di tutto il resto dell'umanità irrequieta che popola l'Isola amata e detestata. Niente da fare, molto da scrivere. Meglio che limitarsi a mugugnare." (Antonio Calabrò)