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L'heavy metal della sua infanzia erano i rintocchi dei martelli nella bottega di mannese del nonno: echi striduli, vibrati, ferrosi, come le distorsioni di Hendrix. Quei giorni odoravano di fagioli, bolliti nel retrobottega della merceria della madre, un profumo misto all'aroma di caffè. Un tempo che sapeva di estate, di terra e sudore, di galoppate selvagge in sella a una vecchia bicicletta senza freni. «In certi momenti l'immobilità di quei colori riaffiora, è una pianta rampicante che velocemente si fa strada, e io resto pietrificato come una colonna quando penso a quante cose non torneranno». A quante persone non torneranno. E l'amore. Malinconico come una ballad, dirompente come un assolo di chitarra elettrica, profondo e vellutato come il tocco di un basso, "Il lanciatore di donne e altri racconti" è un libro composto come musica, da leggere come uno spartito. Jennà Romano ci mette se stesso come sul palco: ogni battuta è una scena, ogni rigo è uno spaccato di vita vissuta, il refrain sono i ricordi popolati di volti cristallizzati, un pezzo palpitante della sua sensibilità di artista. Nove storie che trovano, nella scrittura di Romano, due forme per esprimersi: canzoni e racconti. Con una nota di Peppe Lanzetta. All'interno l'album dei "Letti Sfatti" da ascoltare e scaricare con QR code.