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Risalendo lungo i percorsi interpoderali, tra "fasce" e coltivi, ci si può soffermare ad osservare alcune caratteristiche delle pietre che compongono i muri, delle piante che si insinuano tra le fessure, dei piccoli animali che fanno capolino dai buchi per approfittare del sole. E spesso ci si sofferma a pensare alla capacità di quei contadini che hanno costruito, su intere montagne, scalini e muri e rampe, con abbeveratoi, piccole edicole votive, manufatti diversi, mulini, pozzi, carrucole e quant'altro. Si scopre un mondo speciale di ricchezze e piccole diversità, che variano da luogo a luogo, ma che si somigliano in tutti i terrazzamenti, con i profumi della macchia mediterranea o del bosco di castagno, offrendoci un itinerario privilegiato di conoscenza. Conoscere meglio i sistemi terrazzati è il punto di partenza per conservare e, con maggiore efficacia, tutelare dalle cause di degrado tali costruzioni, espressione di una civiltà contadina in parte dimenticata, ma che è appena dietro le nostre spalle.