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L'opera è un contributo alla storia di una comunità con un passato industriale importante, che ha segnato la cittadina valdostana nelle sue strutture economiche, sociali e urbanistiche con significativa intensità. Per la sua collocazione geografica, alla confluenza del torrente Marmore con il corso della Dora Baltea, Châtillon ha sempre rivestito un ruolo di primo piano nel settore dei commerci e dei servizi, ma si può parlare di una vera industria solo a partire dal primo '900 con la costruzione della Soie, grande stabilimento per la produzione di seta artificiale. È da quell'epoca che ha inizio un processo di trasformazione che ha avuto cospicue ripercussioni sulla composizione sociale, la demografia, la cultura e inevitabilmente sulla mentalità degli châtillonais, i quali sono passati, in un lasso di tempo assai breve, dal sistema agro-silvo-pastorale a un tipo di società industriale. È per questo che Châtillon può vantare un patrimonio di archeologia industriale pressoché unico nel panorama valdostano, patrimonio che merita indubbiamente un impegno progettuale altrettanto importante.