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I racconti di "Carapace" rappresentano un percorso, una sorta di viaggio "dentro la corazza di ognuno". Il percorso tocca diverse tappe geografiche e generazionali, riflesso delle varie esperienze dell'autrice che accoglie suggestioni e sensazioni da svariati luoghi: in tal modo, memorie delle cittadine medioevali della Toscana, con le loro mura e i borghi di pietra si alternano a ricordi dell'isola natìa, la Sardegna, o alla magica atmosfera della montagna e dei suoi paesaggi. Similmente, una varietà di aspetti culturali penetra nella narrazione mettendo in relazione mondi anche distanti (come nelle tre fantasie: celtica, gotica, ellenica). Il carapace, simbolo di chiusura e di durezza, diviene nel corso della narrazione anche simbolo delle possibilità nascoste in ognuno: guscio vibrante, fremente di vita. La raccolta ha uno sviluppo in crescendo, dalla sofferenza alla speranza, dal buio alla luce, affrontando problematiche quotidiane, riflessioni culturali, tematiche esistenziali.