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Il mercato inteso come struttura appositamente creata per la vendita di commestibili è un'invenzione essenzialmente ottocentesca. Nata dall'esigenza di assicurare ordine e regole igieniche più efficaci alla vendita dei generi alimentari, esso intende fornire anche un luogo separato per lo svolgimento di una attività, considerata dalla nuova mentalità borghese indecorosa e non degna di essere svolta nei luoghi maggiormente rappresentativi della città. La realizzazione dei mercati nella capitale appare, in primo momento, strettamente connessa a significativi interventi promossi a Napoli nella seconda metà del XVIII secolo, volti a ridisegnare e riqualificare i più importanti luoghi cittadini. Durante il decennio francese, il tema del mercato è uno dei punti chiave della politica nel campo delle opere pubbliche urbane, non solo per l'emergenza sociale, ma anche per le sue dirette relazioni con il tema dell'architettura dei vuoti urbani.