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Metti un musicista che inizia un giorno a girovagare per la sua provincia, il Trentino, in compagnia di una giovane antropologa. Si sono messi in testa il pallino di fare un ritratto di una scena musicale che sembrava destinata a rimanere marginale e che invece, d'un tratto, si ritrova sotto ai riflettori di mezza Italia grazie a un gruppo che si chiama The bastard sons of Dioniso. Il musicista e l'antropologa sono tipi originali, vogliono fare un libro mai visto, niente sociologia sui giovani e blablabla vari, vanno direttamente dai gruppi, nelle sale prove, nei locali, ascoltano la loro musica e le loro parole, raccolgono locandine, calendari, fotografie. Ne nasce un libro che si chiama provocatoriamente Bastarock ma che invece è un sincero omaggio al fare musica: racconta dall'interno quella scena musicale che ha visto crescere i Bastard sons of Dioniso insieme ai numerosi compagni di strada, tra scantinati ammuffiti, notti insonni, bizzarrie e cavalcate on the road. Il musicista si chiama Oscar de Bertoldi, l'antropologa è Dalia Macii, il libro è "Bastarock. L'underground dei Bastard sons of Dioniso".