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Quarant'anni della storia della nostra musica leggera: li racconta Valerio Liboni - quello dei Nuovi Angeli, quello di Pop Corn, tanto per dire... - che nella musica ci è entrato negli anni Sessanta picchiando duro sulla sua batteria, che ci è entrato quando la musica era tutto un ON the road, era dedizione e sogno. Li racconta in questa bella autobiografia che è una specie di carrellata sull'universo degli studi di registrazione, sulle fatiche e gli entusiasmi delle interminabili tournée, sulla magia e il rigore della professione. E lo fa portando alla luce gli amori che danno forma al cuore e gli incontri che plasmano una vita intera. Come quello con il grande Macario e la sua lezione di stile, quelli con gli amici per sempre come Lauzi, e con gli amici perduti come Tozzi, e poi ancora con il mondo ambiguo della televisione e i primi arditi impresari, con i musicisti e le loro piccole manie, e naturalmente con la gente, il pubblico. E intanto si sorride, mentre il racconto prosegue, ma senza nostalgia: semmai con un poco di rabbia perché tanta musica, oggi, ha perduto, l'innocenza.