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Una scrittrice mette al servizio degli altri il proprio talento. Scrive biografie per personaggi caduti in malora che vogliono raccontare la propria esistenza sotto una luce diversa. «È vero che sfrutto la vanità altrui, ma il risultato produce un conforto duraturo: la vanità è il motore morale del nostro tempo, la sua etica privata.» Viene ingaggiata da un uomo al culmine dell'ascesa sociale e professionale, un luminare che ha rivoluzionato il mondo della psichiatria e che, a differenza dei soliti committenti, non le chiede di magnificare la storia della sua vita, quanto di raccontare la verità che l'attraversa. Il Confine è il corpo a corpo di una donna nell'ombra con un uomo di fama internazionale la cui figura, incontro dopo incontro, diventa sempre più inafferrabile; è la discesa in un mondo rarefatto e conturbante in cui le certezze si sgretolano; un disegno dove le identità e le fragilità si sovrappongono, quasi a sostituirsi. "Silvia Cossu punta in alto, con i tempi e i modi di un racconto che, come un piccolo giallo dell'anima, con grande sapienza costruttiva, avvicina ad una più profonda domanda di senso. Quasi un viaggio iniziatico" (Renato Minore)