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Napoli, 1916. Una signora dell'alta borghesia, un'innovativa scrittura per il teatro e un'identità celata. Questi gli elementi principali della "doppia vita" di Emilia Vaglio che, sposata a Caro Capriolo, noto avvocato sostenitore del diritto d'autore e fondatore della SIAE a Napoli, si destreggia tra famiglia e arte separando nettamente pubblico e privato: a casa, moglie e madre affettuosa, esempio di integrità morale per chiunque la conosca; a teatro, autrice di testi osé derivati dalle scandalose pochade francesi. Inizialmente non le rimane che nascondersi dietro lo pseudonimo maschile di Paolo Riccora, per poi essere riconosciuta e rivelarsi, infine, come Paola attraversando quasi un secolo di teatro da protagonista. Su loro richiesta scrive per Eduardo De Filippo e Raffaele Viviani, le sue commedie vengono recitate dalle compagnie più rinomate dell'epoca in cui figurano attori del calibro di Carlo Pretolani, Dina Galli, Ettore Petrolini e Paola Borboni. Intellettuale appassionata e femminista inconsapevole, stimata da Luigi Pirandello e Matilde Serao, omaggiata dalla penna di critici quali Renato Simoni, Vittorio Paliotti e Antonio Ravel, dopo la sua morte, nel 1976, Paola Riccora viene completamente, incomprensibilmente, dimenticata. Questo libro mira a riportare alla luce la vita e l'arte di una donna scrittrice del secolo scorso, non solo per renderle onore, ma per contribuire a individuare per lei un giusto posto nella storia del teatro italiano.