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Ben lontana dall'essere l'ennesimo resoconto degli eccessi e stravizi dello stile di vita rock'n'roll, questa autobiografia è una storia di impegno, sofferenza, perdita e - infine - trionfo sugli ostacoli. Max Cavalera offre uno spaccato brutalmente onesto sia di cosa significasse crescere in Brasile tra le avversità in cui si è ritrovato dopo la morte del padre, che degli sforzi per raggiungere il successo in un panorama non certo favorevole all'ascesa di una band metal come i Sepultura, da lui fondati insieme al fratello Iggor. Per la prima volta viene raccontata in maniera esauriente la sua separazione dal gruppo e la conseguente formazione dei Soulfly. E Max non lesina i dettagli nemmeno quando si trova a parlare della morte di suo padre, del suo figliastro e di suo nipote; dei suoi problemi con alcol e antidolorifici; della riconciliazione con il fratello Iggor che ha portato alla formazione dei Cavalera Conspiracy.