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«Non ne possiamo più delle divise blu, no al calcio moderno, no alla pay tv», «Contro il calcio moderno» oppure «Fuck modern football» sono soltanto alcune delle espressioni rituali più comuni che si sentono o si leggono nelle curve, italiane ed europee. Ma che cos'è veramente il "calcio moderno"? Molti ne parlano ma pochi riescono a definirlo con precisione, a delimitarne i contorni, a stabilirne l'essenza. La maggioranza non riesce ad andare oltre slogan e frasi fatte, abbandonandosi alla nostalgia dei bei tempi andati e di un gioco che non c'è più. In questo lavoro Romano Lupi, lasciandosi alle spalle tutta quella retorica nostalgica di chi generalmente critica questa degenerazione del football, cerca di definirlo con precisione, individuandone la nascita e le figure fondamentali che hanno contribuito a farlo sorgere, crescere e consolidare, delineandone così la fenomenologia. Esploso con l'avvento della globalizzazione il "calcio moderno" si è sempre più sviluppato come uno degli ultimi stadi di quella che Guy Debord, esattamente cinquant'anni fa, ha definito la "società dello spettacolo".