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Uno spettro si aggira per il mondo: la disoccupazione. Semina disagio in giovani parcheggiati in scuole inutili ad affinare competenze per un mercato che non può assorbirle; annichilisce la stima e il rispetto di sé in persone mature e ancora valide ma non più necessarie ad aziende costantemente in fase di "ristrutturazione" e non più in grado di competere con successo per i pochi posti disponibili; atterrisce e ricatta chi ancora il lavoro ce l'ha, costringendolo a patti vergognosi; fa esplodere di incontenibile rabbia chi il lavoro non l'ha mai avuto e vede il treno della vita passargli accanto senza poterci mai salire, senza poter alzare gli occhi con decoro di fronte ai propri figli o senza poterli mai avere, quei figli.