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La topografia delle culture, al di là della sua declinazione specifica che può riguardare ambiti diversi delle scienze umane, fa emergere sempre una dimensione politica, collegabile alla consistenza relazionale dello spazio stesso. Lo spazio ovunque non è mai spazio qualunque. Anche se la topografia delle culture potrebbe sembrare una categoria troppo vasta e, in un certo senso, sfuggente, è un insieme dello spazio che introduce una limitazione solo apparente, in realtà non sostanziale. Da questi tratti che arricchiscono una morfologia propria dello spazio, sempre in relazione ad altri spazi ed altri tempi, derivano numerose conseguenze di ordine critico che cercano però di rendere meno inafferrabile la nozione di "spazio ovunque" e si propongono di iscrivere lo spazio in un quadrante meno illimitato, o afferrarne, nel loro rapporto con un qualche altro campo, geometrie "politiche" che si definiscono a partire proprio da una riqualificazione del rapporto con lo spazio. La topografia che qui si propone, frutto dell'omonimo progetto di ricerca collettivo, suddivide lo spazio in confini, memoria e potere; nazioni e narrazioni; spazio e città; territorio, natura e rappresentazione.