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Il Trentino, per secoli terra di confine, osserva da sempre nei confronti del primo conflitto mondiale una duplice memoria, che rende problematica la costruzione di una "memoria condivisa" e che impone, per fatti e personaggi, un differente ricordo. Ciò emerge particolarmente per il personaggio che a livello locale è stato elevato a simbolo di quel tragico evento e che ancora oggi divide l'opinione della società: Cesare Battisti, eroe per alcuni, traditore per altri. Giuseppe Matuella, nelle pagine di questo volume, si sofferma inizialmente sul "genocidio culturale" perpetrato tra le guerre mondiali, ma anche dopo, a danno di tutto ciò che vi era di tirolese nel Trentino, per poi affrontare particolarmente la figura di Cesare Battisti. È infatti un Cesare Battisti differente dalle consuete pubblicazioni, quello che emerge dalle pagine del volume di Matuella. Un personaggio con le sue contraddizioni, un Cesare Battisti socialista sì, ma solo di facciata, da sempre nell'ombra dell'irredentismo e spia per i Servizi di informazione italiani sin dal 1902, quindi ben una decina di anni prima della collocazione che la usuale "storiografia battistiana" ne dà per tale attività.