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Molti anni fa Chiara mi aveva affidato una cartelletta contenente le poesie scritte dal padre, ancora ragazzo, in cui era andato trasferendo le immagini che il cielo, la terra e il mare gli trasmettevano. Sono immagini espresse in un linguaggio aulico, d'invenzione e senza tempo, quasi voglia abbracciare l'eternità. Ho ritrovato oggi quella cartelletta, e i fogli, ingialliti dal tempo, mi hanno posta di fronte alla fragilità del mondo. Ho provato, all'improvviso, un sentimento di paura e, insieme, la voglia di proteggere le immagini che quel ragazzo di tanto tempo fa ci aveva regalato. Immagini che parlano di tutte le creature, e soprattutto dell'umanità, quella grande che ci trasmette la storia, e quella piccola che incontriamo tutti i giorni e che ci chiede di essere scoperta.