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Il lettore è investito, al principio, da un frastuono di voci, di risa, di piccoli asti, di rombi d'avvio, e da sgasate furibonde di motori potenti che corrono sotto un cielo mutevole... Poi il lungo racconto cresce e si rimpolpa con riesami quasi totali di vita; come se il viaggio man mano si fosse trasformato da vacanza a confronto, a vorticoso riepilogo esistenziale. Tutto il racconto è scosso da una tensione che sopravanza il moto, il ritmo della vacanza; dal frugar i dentro al petto per arrivare quasi ferendosi al cuore; per cercare di riordinare e ricercare brandelli di vita. È la drammatica inquietudine che sottostà all'apparente goliardismo di questo racconto, che ci sembra di poter stringere in pugno non come un mazzo di pagine a stampa, ma come lacerti brucianti della nostra rapida esistenza.