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"Negli ultimi vent'anni le tecnologie per la simulazione e la visualizzazione hanno cambiato il nostro modo di rapportarci con il mondo. In "Il disagio della simulazione", Sherry Turkle esplora gli aspetti di questo cambiamento epocale: studenti di architettura che non disegnano più a mano, scienziati e ingegneri che ammettono che le simulazione al computer sembrano più reali degli esperimenti nei laboratori.La simulazione richiede che ci si immerga nel suo mondo, ed i benefici sono chiari: gli architetti possono creare edifici impensabili prima, gli scienziati manipolano la struttura delle molecole in uno spazio virtuale, i medici imparano l'anatomia su corpi umani digitali. Ma una volta immersi siamo più vulnerabili. Ci sono pro e contro. Gli scienziati più anziani descrivono i giovani come "ebbri di codice", mentre i giovani cercano in tutti i modi di carpire la conoscenza tacita dei più anziani. Da entrambe le parti si avverte il divario generazionale: c'è il timore che con la simulazione qualcosa sfugga per sempre." (Sherry Turkle)