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«Nei suoi libri ho potuto ammirare il potere intellettuale dello scrittore di genio». Così scriveva a Marcel Proust, nell'aprile del 1922, Ernst Robert Curtius. Il suo primo articolo sull'autore della Recherche era apparso a febbraio su «Der neue Merkur» e nel settembre dello stesso anno, poco prima di morire, Proust avrebbe testimoniato a Curtius la sua riconoscenza e la sua stima mandandogli personalmente una copia di Sodome et Gomorrhe. Con questo nuovo saggio, apparso nel 1925 come parte di Französischer Geist im neuen Europa e riproposto qui al lettore italiano nella traduzione di Lea Ritter Santini, Curtius si confermava non solo un interprete sensibile del capolavoro proustiano, ma anche un intellettuale capace di opporre lo studio della nuova letteratura europea ai pregiudizi dell'accademia e del nazionalismo montante.