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La retorica è una vecchia signora che per secoli ha fatto parte di ogni enciclopedia delle arti e scienze redatte nella cultura dell'Occidente, ma poi, quando dall'Illuminismo in avanti è sembrato che la sola scienza sicura fosse quella affidata ai procedimenti rigorosi della ragione analitica, se ne è decisa la rottamazione. Finché, nel secolo scorso, un giurista belga, Charles Perelman, è venuto a ricordarci che ci sono settori di fondamentale importanza per l'uomo, quali i processi nei tribunali, i dibattiti politici, le valutazioni critiche delle opere d'arte, in cui non si può pretendere di raggiungere il vero, ma soltanto un qualche grado di probabilità, e comunque bisogna lottare per imporre le proprie tesi, appoggiandole a una argomentazione non solo sicura nei passaggi, ma anche condita con i piaceri dell'eloquenza e con una calda onda emotiva. Così, il busto di Cicerone è stato tolto dal solaio e rimesso in bella vista. Questo anche perché, come McLuhan ci ha insegnato, oggi grazie al web e alla rete le parole non volano più via ma restano allo stesso modo della scrittura. Tutta questa trama secolare viene qui seguita e ricostruita punto per punto, un occhio alla filologia, un altro all'attualità.