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Per affrontare il tema della conciliazione tra ambito professionale e ambito familiare è necessario considerare non solo realtà e vincoli aziendali e societari, ma puntare i riflettori anche sui lavoratori. Nessuna iniziativa istituzionale di conciliazione famiglia-lavoro, soprattutto se innovativa rispetto agli strumenti classici, può avere successo senza il coinvolgimento che le singole persone compiono su se stesse. "Artefici del nostro destino" stimola ognuno a cambiare prima di tutto se stesso, per cambiare anche l'ambiente circostante e creare il giusto equilibrio tra i "tempi professionali" e i "tempi di vita", con un approccio che si inserisce negli ormai ben sperimentati percorsi di coaching e di leadership personale. Oltre le teorie della responsabilità sociale verso i propri stakeholder, le aziende, come qualsiasi attività organizzata, devono progressivamente diventare parti consapevoli di sistemi più complessi, ma non per questo più rigidi, basati sulle logiche della costellazione del valore nelle quali le persone, siano esse clienti o a maggior ragione collaboratori, devono essere riconosciute come attori e non semplici risorse umane dalle quali acquisire alcune utilità. In questa prospettiva si tratta quindi di riconoscere e rafforzare il principio di sussidiarietà tra le famiglie, le aziende, i diversi soggetti della società civile e le istituzioni, sussidiarietà che si adatta alla realtà complessiva di riferimento, pur rispettando le prerogative di ciascuno.