Tab Article
Basta la parola "timballo" o "pasticcio" per evocare piatti sontuosi, atmosfere di festa e far venire l'acquolina in bocca. In effetti una delle caratteristiche di queste specialità culinarie è la ricchezza degli ingredienti, accompagnata da una certa complessità nella preparazione. Certo non si tratta di piatti che si possono mangiare tutti i giorni, ma, ogni tanto, prendersi il tempo necessario alla loro preparazione e degustazione, è un modo piacevole di "volersi bene". Nel leggendario "Artusi" questo tipo di preparazione rientra nella categoria degli "umidi". Invece, sulla "Grande Enciclopedia Illustrata della Gastronomia" viene definito "timballo" quasi tutto ciò che è fatto di pasta alimentare o riso, incassati o meno in pasta frolla o brisée, conditi di solito a strati con ragù vari, messi nei più diversi recipienti e tortiere. Dunque si tratta di un complesso di ricette caratterizzato da una notevole variabilità, tuttavia si può riscontrare almeno un elemento in comune: l'uso di pasta o riso come ingredienti fondamentali, e proprio a essi è legata intimamente anche la storia di questi piatti.