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Il XII secolo costituisce un momento di grandezza per Santiago de Compostela. Gl'incessanti pellegrinaggi al sepolcro dell'apostolo Giacomo e la costruzione della cattedrale eponima testimoniano uno sviluppo intenso del culto jacopeo. Sulla base di questi risultati, il vescovo Gelmírez non nascose ambizioni egemoniche nei riguardi del mondo ispanico e, addirittura, dell'intera cristianità, come il vescovo Peláez che, nel secolo precedente, aveva preteso di porre la sede episcopale compostellana in concorrenza proprio con la sede papale. Al centro dell'intera vicenda compostellana si colloca il "Liber Sancti Jacobi", conosciuto anche come Codex Calixtinus, un codice del XII secolo che fu stilato nell'ambito di un programma di glorificazione ed esaltazione della sede episcopale compostellana e che risulta di assoluto rilievo per lo sviluppo, il consolidamento e promozione del pellegrinaggio a Santiago. Il "Liber Sancti Jacobi" si articola in 5 libri. Il I riporta una serie di testi liturgici; il II contiene la narrazione di 22 miracoli del Santo; il III raccoglie testi di varia provenienza, tra cui il racconto della traslazione in Galizia delle spoglie dell'Apostolo. Il IV libro riporta la cosiddetta Historia Turpini, vera e propria cronica gestarum contenente una serie di leggende di Carlomagno connesse al culto di San Giacomo. Il V libro, infine, è costituito dalla Guida del pellegrino che indica, a coloro che si recano a Santiago, gli itinerari da seguire e le devozioni da compiere.