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In questo libro l'autore fornisce i dati scientifici delle scoperte e dei progressi più recenti delle neuroscienze, utili a spiegare sia i sistemi biologici coinvolti nell'interazione medico-paziente, sia il loro significato evoluzionistico. L'affrontare il rapporto medico-paziente da una prospettiva neuro-scientifica può presentare qualche vantaggio? Io credo di sì, per parecchie ragioni. La prima è ovvia: le neuroscienze sono interessate alla comprensione del funzionamento del cervello, e questo particolare incontro sociale può svelare i meccanismi delle funzioni cerebrali superiori, quali la fiducia e la speranza. La seconda ragione è che i medici, gli psicologi e il personale sanitario possono comprendere meglio le alterazioni da essi indotte nel cervello dei loro pazienti. Con questa conoscenza neuroscientifica in mano, il personale sanitario "vede" in maniera diretta come parole, attitudini e comportamenti attivino e inattivino molecole, aree corticali e sistemi sensoriali nel cervello dei pazienti. Io credo che questa "visione diretta" del cervello del paziente possa contribuire a incoraggiare un comportamento empatico e compassionevole da parte del personale sanitario. La terza ragione è legata alla seconda: sono convinto che i medici, gli infermieri e il resto del personale medico possano trarre beneficio dall'insegnamento delle Neuroscienze della Relazione Medico-Paziente nelle Facoltà di Medicina e nei Corsi di laurea in Infermieristica, come pure nei corsi di Psicologia.