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Anna Maria Ortese, precorritrice rispetto ai tempi, ha colto nella sua opera omnia, ma in particolar modo nella cosiddetta "trilogia animalesca", tutta la cifra menzognera e mistificatrice con cui si esprime la società postmoderna: la nuova dittatura senza volto, una tirannia che mercifica tutto e reifica l'individuo, in cui chi non ha "potere d'acquisto" o semplicemente non condivide tali logiche, è coattamente escluso. La scrittrice tuttavia, non si limita a descrivere con estrema lucidità i meccanismi attraverso cui la potenza economica si è imposta e in nome della quale si compie ogni sopruso, ma ha tentato invece di far giungere il suo lettore a nuove consapevolezze, attraverso l'auto-introspezione, inducendolo a riconsiderare il reale e se stesso, a fare i conti con i propri "spazi irrisolti", con il rimosso individuale. Solo prendendo coscienza delle proprie colpe, alla luce delle quali rivisitare il reale, è possibile, infatti, riedificare una nuova società, più giusta.