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"In Poesia in conserva, Anna Lauria dimostra che i versi più intensi escono dalla penna delle donne, anche se si potrebbe dire che la poesia non ha sesso. Forse le donne sono più deboli? Forse sono più forti? Certo è che il dolore lo sanno tradurre, e soprattutto questa poetessa calabrese lo sa allontanare dal lamento del consueto, lo sa purgare da orpelli di maniera. Fuori dal genere, o grazie a certa libertà che il genere concede, Anna Lauria osa quando parla del poeta e come il verso non ha pudore: "I poeti/Hanno due cuori per sopravvivere/ingannano se stessi/rifugiandosi in un verso/erodono/l'inchiostro/nell'inedia del tempo/hanno sulla pelle/il dolore delle cose". Questi versi raschiano il tempo che si snoda privo di echi, suoni, e fanno pensare ai canti di protesta, al blues, ma anche ai complessi nodi che stringono la gola arsa da vibrazioni negate, confini, veti. La poetessa li sfida: "Cancellatemi dagli elenchi telefonici/da registri di memoria/foto antiche e future./Abolitemi dai riti quotidiani/archivi mentali/feste comandate./Ho diritto di assenza." È un'assenza necessaria quella del poeta - la Lauria lo sa bene - a resuscitare lo spirito libero nascosto nell'uomo." (dalla prefazione di Corrado Calabrò)